martedì 24 maggio 2011

Quarantacinquesimo

Ringraziando la "fortuna" ci son riuscito a beccare proprio questo... (contateli)

Ho scritto il quarantesimo post, poco tempo fa.

Non seguo neanche troppo il calcio, però mi piace parlarne, non sono un fomentone da stadio, ma è un bel passatempo se si riesce a tenere tale. E poi sono della Lazio, quindi parlare di calcio difficilmente per me significa fare il figo su qualcosa. Ci sono abituato e ne vado fiero.

Pure per chi non lo segue, un minimo di "conoscenza" in merito l'avrà...

Al quarantesimo minuto, ne mancano cinque, devi stringere i denti, stai perdendo, sei stato "sommerso sotto una valanga di goal"(cit.) ed hai poco tempo per recuperare... Devi dare il massimo(fucilatemi), ne sei convinto, ne hai la certezza.
Al quarantunesimo, prendi un altro goal. La tua partita finisce lì. La tua partita non ha più senso, perchè hai messo tutto te stesso ed hai subito lo stesso. Sei a terra, crolli, niente ha significato, a nulla è valso il tuo sforzo.

Passano i quattro minuti più lunghi della tua vita, sopprimi le lacrime, sopprimi i pensieri ma ti stai lasciando andare. Non sei più niente di ciò che ti eri prefisso di essere. La forza che pensavi di avere, non esiste...

Arriva quel fischio... E' la fine...Non c'è recupero: sei un povero idiota.

Ma poi, la senti, senti quella tifoseria che ti incita, che non demorde, che sà chi sei.

Allora ti ricordì che la partita finisce al novantesimo e se il primo tempo è andato male, c'è un secondo tempo, per recuperare, per andare in pari e, perchè no, per vincere.

Vai a riposarti ora, avrai la tua chance tra pochi minuti...

"Che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
perché io un po’ mi sento come all’inizio dello show
però è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perché io, io spero tanto che sia splendido." (cit.)

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