sabato 29 giugno 2013

...And the memory now is like the picture was then when the paper's crumpled up, it can’t be perfect again...

E se mi immergo nei ricordi...Annego...

Alcune foto che avevano un senso ed ora non lo hanno più...

Qualcosa non lo rimpiango...Qualcosa lo rimpiangerò per sempre.





Quelle foto stropicciate, forse è meglio non guardarle mai più.

mercoledì 8 maggio 2013

I want you to smile

Dicono che è difficile rendere felice gli altri.
Dicono che lo è perché è difficile capire cosa vogliono e forse neanche loro lo sanno bene.
Dicono che a volte non ci si riesce perché la cosa giusta la si capisce solo dopo aver fatto quella sbagliata o quando la si fa si è la persona sbagliata.

Io credo che ciò è in qualche modo vero, ma, da che ho memoria, nella mia vita ho sempre avuto persone che sapevano la cosa giusta, erano la persona giusta e non avevano fatto la cosa sbagliata, ma mai han voluto fare quella cosa.

Credo che in fondo sia io la persona sbagliata, quella che non vorresti fare felice. Mai.

domenica 21 aprile 2013

Memory

Quel ricordo che non c'era più... È tornato.

martedì 9 aprile 2013

and I miss you still...

Uscirai mai dalla mia testa? Sei e sarai sempre quel pensiero che torna quando vuole?


Un tormento da cui non voglio pace...



Si, pensaci, non è impossibile che sia tu.

Grazie

mercoledì 20 marzo 2013

Jump

Chi non si lascia andare non è sempre perchè ha qualcosa da perdere, spesso è perchè non ha niente da trovare.

lunedì 18 marzo 2013

Elenco lungo e noioso delle cose che avrei voluto dire forse proprio a te che stai leggendo. pt. II

mica avevo finito.

4- Verso di te provo una sana, insana, onesta e maledetta invidia. Ti invidio quando mi rendo conto che la metà delle cose a cui sto pensando io ogni secondo non ti turba minimamente, ti invidio quando vedo che il centro della tua vita sembra essere la foto figa di te stesso che stai mettendo su facebook, il raccontare quante-te-ne-sei-scopate, il fine settimana in discoteca da pavone pompato. Invidio il tuo semplicistico senso del "tutto è facile", il tuo lasciarti convincere da chiunque ti butti un'esca a cui abboccare e la nonchalant con cui riesci a fregartene di quanto sia stato tutto improduttivo senza neanche accorgertene. La stessa nonchalant con la quale lo scriverai sbagliando su qualsiasi social network senza prima, nonostante la convinzione di saperne esattamente sillaba per sillaba l'esatta composizione, buttarti su un dizionario per essere sicuro di non stare a scrivere una cazzata. Invidio la tua superficialità spontanea con la quale riesci a vivere ogni giorno senza vedere le cose che altri vedono, senza pensare le cose che altri pensano, senza porca puttana ritrovarti a fare pensieri più profondi di quelli che la situazione richiede. Invidio il tuo non farti domande e lasciarti convincere dalla cose solo perchè son così da troppo per chiedersi perchè son così, invidio il tuo abbracciare una religione a caso senza averla eviscerata fino in fondo con domande troppo profonde da trovare risposte in questa vita. Il tuo essere superficialmente attratto da tutto ciò che dia una risposta impulsiva più che nel tempo, il tuo riuscire a costruire una vita hic et nunc che giorno in giorno si dimostra più produttiva e vivibile della mia, mentre io mi piego al peso di questa. Invidio il tuo basso senso di communità, il tuo scarso rispetto di qualsiasi individuo non sia identificabile con "io" e le conseguenze di questi due dati di fatto. Invidio come tu riesca a buttarti tra le braccia di chiunque, libero o no, felice o no, bello o no, simpatico o no, brillante o no, chiunque purchè soddisfi il tuo patetico "adesso" che a lungo termine sarà distrutto dal mio "un giorno" o "domani", ma su un lungo termine che NESSUNO andrà mai a confrontare e da cui NESSUNO si sentirà mai dipendente. La vita è "adesso" e del mio "domani" non frega un cazzo a nessuno. Invidio, e forse son ripetitivo, la tua medio bassa etica e le tue scarse domande in merito, il tuo non chiederti nemmeno "è giusto?", ma farlo e basta.


A che cazzo serve poi avvelenarmici così. Può il farsi domande essere una condanna?
A conti fatti: non ho un amico.

sabato 9 marzo 2013

Last night I had a Dream About You

Ho in mente un vecchio film demenziale, pellicola di dieci anni fa, arcinoto, di cui non mi va manco di fare il nome. Ricordo che lo guardai più di una volta, ridendo di cose stupide in un età dove ridere è gratis.

Mi viene alla mente quella frase: "io ho un sogno: avere un sogno".

Dieci anni fa faceva ridere. Giuro. Oggi no, è troppo attuale. Insensata, ma reale.

Contemporaneità malata.

mercoledì 6 marzo 2013

Mirroring

Spesso per chi credi di esistere non esisti.

Spesso non esisti per chi credi di esistere.

giovedì 7 febbraio 2013

venerdì 25 gennaio 2013

Grounded

Come può il genere umano scendere così in basso? Come siamo arrivati a questo? Quando abbiamo perso il filo delle cose, o forse, quando mai lo abbiamo tenuto in mano?

Hiroshima, Nagasaki, Auschwitz...No, non solo... Una madre che abbandona un figlio, un padre che abbandona una famiglia, un amico che ne ferisce un altro, un uomo che ha scordato la comprensione, il rispetto, l'amore.


Questo mondo va salvato.

venerdì 11 gennaio 2013

Embrionale

Vedo le persone intorno a me con cui son stato bambino insieme che stan crescendo. Vedo i loro volti, ora sempre più adulti, sempre più marchiati dai segni di un'età che li sta abbandonando e mentre va via lì rende più provati. Rifletto in uno specchio finto i loro volti nuovi, quelli responsabili, quelli autoritari, quelli emancipati, quelli impegnati, quelli succubi, quelli devoti, quelli che son tutti diversi, ma tutti con gli stessi riflessi di una maturità adulta e meditata. Per un istante quello specchio mi sembra esser vero, perchè ora mi ci rifletto io, ancora con i miei tratti, ancora con i miei segni, ancora con la smorfia di quando avevo 16 anni. Non è vero sto specchio, men che meno ora che riflette me, che in questa realtà non ci son mai sceso e forse mai ci scenderò del tutto.

Accontentati di st'esistenza finta e guardali vivere e crescere.

martedì 8 gennaio 2013

TOTEM

La figura del ragno, come il numero delle sue zampe, ci riportano al numero otto, che simboleggia l'infinito, la grande varietà e le innumerevoli possibilità del creato. 

Il numero quattro raddoppiato indica sia i quattro venti che le quattro direzioni celesti. 

Il ragno ci indica incessantemente di assumerci la responsabilità di quanto ci succede nella vita: siamo noi stessi a tessere la rete del nostro destino. 

Coloro che si sentono vittime rimaste impigliate in questa rete non hanno ancora compreso il senso della lezione e vagano prigionieri di una realtà fittizia che non riescono a cambiare. 


L'insegnamento del ragno è che ogni essere è responsabile degli eventi della propria vita e che è essenziale non perdersi nelle illusioni dei propri sensi. 

Può essere d'aiuto tenere una traccia scritta dei propri progressi, per poterci ricordare come e quali passi ci abbiano portato a dei successi, e infatti il ragno è anche un simbolo dei caratteri della scrittura. 

Infine esso ci spinge a guardare oltre il nostro orizzonte, verso altre dimensioni.