domenica 21 ottobre 2012

Chi.

Ma, adesso, conta più ciò che abbiamo o ciò che sappiamo vendere?

Conta chi sei? Conta chi riesci a convincere gli altri di essere.

lunedì 15 ottobre 2012

Quoting pt. I

Quella era la prima volta che Raistlin si veniva a trovare così vicino alla morte che lui percepì come una presenza fisica che stesse passando in mezzo a loro con le ali scure allargate a ricoprirli, una sensazione che gli diede l'impressione di essere così piccolo e insignificante, nudo e vulnerabile.
Era stato tutto così improvviso: appena un'ora prima Gilon stava camminando in mezzo agli alberi senza un pensiero al mondo tranne forse cosa avrebbe mangiato quella sera per cena, e adesso era immerso nell'oscurità infinita ed eterna, nella quale ciò che più spaventava non era tanto l'assenza di luce quanto l'assenza di pensiero, di conoscenza e di comprensione.
Le loro vite, le vite dei vivi, sarebbero continuate, il sole sarebbe sorto come sempre, le lune avrebbero brillato nel cielo, loro avrebbero riso e parlato, ma Gilon non ne avrebbe saputo nulla, non avrebbe provato nulla.
Era una cosa definitiva che col tempo si sarebbe abbattuta su ognuno di loro.
Raistlin sapeva che avrebbe dovuto provare dolore per la morte di suo padre, ma in quel momento non riusciva a provarne che per se stesso, per la propria mortalità...


martedì 9 ottobre 2012

Negativo

Tutto scompare in una foto sbiadita.

Colori caldi, espressioni fredde. Quella patina violacea di realtà che resta attaccata su un negativo, per far si che possiamo riguardarla prima o poi.

Ma non è di foto che volevo parlare. Volevo parlare di quel quadro, che è sempre lì, di questa meccanicità che ci accompagna ogni giorno. E mangio, adesso, e bevo adesso. Ma per dove?

Le domande strane, faccio fatica anche io a capirle. No, neanche io le capisco e non capisco come appiccicarvi in testa quello che è nella mia.
Ispira tristezza quel quadro. Non è triste. Ma è lì. Lì da tempo e vi resterà, forse andra via con me, forse no. Forse sarà un particolare, dimenticato per sempre, rimasto lì per abitudine, testimone che il tempo è passato e tu chissà se ci sei ancora.

E morirò pure io. E lo so. E allora quel quadro cosa vuole? Perchè devo pensarci e non posso distarmi? Ma allora devo pensare oggi che quel quadro è lì o lo lascio come un piccolo paricolare che voi perderete ed io perderò e sarà testimone ma nessuno lo saprà?

Corriamo troppo.

Una vita, un secondo. Non trovo la differenza.