mercoledì 8 maggio 2013

I want you to smile

Dicono che è difficile rendere felice gli altri.
Dicono che lo è perché è difficile capire cosa vogliono e forse neanche loro lo sanno bene.
Dicono che a volte non ci si riesce perché la cosa giusta la si capisce solo dopo aver fatto quella sbagliata o quando la si fa si è la persona sbagliata.

Io credo che ciò è in qualche modo vero, ma, da che ho memoria, nella mia vita ho sempre avuto persone che sapevano la cosa giusta, erano la persona giusta e non avevano fatto la cosa sbagliata, ma mai han voluto fare quella cosa.

Credo che in fondo sia io la persona sbagliata, quella che non vorresti fare felice. Mai.

domenica 21 aprile 2013

Memory

Quel ricordo che non c'era più... È tornato.

martedì 9 aprile 2013

and I miss you still...

Uscirai mai dalla mia testa? Sei e sarai sempre quel pensiero che torna quando vuole?


Un tormento da cui non voglio pace...



Si, pensaci, non è impossibile che sia tu.

Grazie

mercoledì 20 marzo 2013

Jump

Chi non si lascia andare non è sempre perchè ha qualcosa da perdere, spesso è perchè non ha niente da trovare.

lunedì 18 marzo 2013

Elenco lungo e noioso delle cose che avrei voluto dire forse proprio a te che stai leggendo. pt. II

mica avevo finito.

4- Verso di te provo una sana, insana, onesta e maledetta invidia. Ti invidio quando mi rendo conto che la metà delle cose a cui sto pensando io ogni secondo non ti turba minimamente, ti invidio quando vedo che il centro della tua vita sembra essere la foto figa di te stesso che stai mettendo su facebook, il raccontare quante-te-ne-sei-scopate, il fine settimana in discoteca da pavone pompato. Invidio il tuo semplicistico senso del "tutto è facile", il tuo lasciarti convincere da chiunque ti butti un'esca a cui abboccare e la nonchalant con cui riesci a fregartene di quanto sia stato tutto improduttivo senza neanche accorgertene. La stessa nonchalant con la quale lo scriverai sbagliando su qualsiasi social network senza prima, nonostante la convinzione di saperne esattamente sillaba per sillaba l'esatta composizione, buttarti su un dizionario per essere sicuro di non stare a scrivere una cazzata. Invidio la tua superficialità spontanea con la quale riesci a vivere ogni giorno senza vedere le cose che altri vedono, senza pensare le cose che altri pensano, senza porca puttana ritrovarti a fare pensieri più profondi di quelli che la situazione richiede. Invidio il tuo non farti domande e lasciarti convincere dalla cose solo perchè son così da troppo per chiedersi perchè son così, invidio il tuo abbracciare una religione a caso senza averla eviscerata fino in fondo con domande troppo profonde da trovare risposte in questa vita. Il tuo essere superficialmente attratto da tutto ciò che dia una risposta impulsiva più che nel tempo, il tuo riuscire a costruire una vita hic et nunc che giorno in giorno si dimostra più produttiva e vivibile della mia, mentre io mi piego al peso di questa. Invidio il tuo basso senso di communità, il tuo scarso rispetto di qualsiasi individuo non sia identificabile con "io" e le conseguenze di questi due dati di fatto. Invidio come tu riesca a buttarti tra le braccia di chiunque, libero o no, felice o no, bello o no, simpatico o no, brillante o no, chiunque purchè soddisfi il tuo patetico "adesso" che a lungo termine sarà distrutto dal mio "un giorno" o "domani", ma su un lungo termine che NESSUNO andrà mai a confrontare e da cui NESSUNO si sentirà mai dipendente. La vita è "adesso" e del mio "domani" non frega un cazzo a nessuno. Invidio, e forse son ripetitivo, la tua medio bassa etica e le tue scarse domande in merito, il tuo non chiederti nemmeno "è giusto?", ma farlo e basta.


A che cazzo serve poi avvelenarmici così. Può il farsi domande essere una condanna?
A conti fatti: non ho un amico.

sabato 9 marzo 2013

Last night I had a Dream About You

Ho in mente un vecchio film demenziale, pellicola di dieci anni fa, arcinoto, di cui non mi va manco di fare il nome. Ricordo che lo guardai più di una volta, ridendo di cose stupide in un età dove ridere è gratis.

Mi viene alla mente quella frase: "io ho un sogno: avere un sogno".

Dieci anni fa faceva ridere. Giuro. Oggi no, è troppo attuale. Insensata, ma reale.

Contemporaneità malata.