mercoledì 20 marzo 2013
Jump
Chi non si lascia andare non è sempre perchè ha qualcosa da perdere, spesso è perchè non ha niente da trovare.
lunedì 18 marzo 2013
Elenco lungo e noioso delle cose che avrei voluto dire forse proprio a te che stai leggendo. pt. II
mica avevo finito.
4- Verso di te provo una sana, insana, onesta e maledetta invidia. Ti invidio quando mi rendo conto che la metà delle cose a cui sto pensando io ogni secondo non ti turba minimamente, ti invidio quando vedo che il centro della tua vita sembra essere la foto figa di te stesso che stai mettendo su facebook, il raccontare quante-te-ne-sei-scopate, il fine settimana in discoteca da pavone pompato. Invidio il tuo semplicistico senso del "tutto è facile", il tuo lasciarti convincere da chiunque ti butti un'esca a cui abboccare e la nonchalant con cui riesci a fregartene di quanto sia stato tutto improduttivo senza neanche accorgertene. La stessa nonchalant con la quale lo scriverai sbagliando su qualsiasi social network senza prima, nonostante la convinzione di saperne esattamente sillaba per sillaba l'esatta composizione, buttarti su un dizionario per essere sicuro di non stare a scrivere una cazzata. Invidio la tua superficialità spontanea con la quale riesci a vivere ogni giorno senza vedere le cose che altri vedono, senza pensare le cose che altri pensano, senza porca puttana ritrovarti a fare pensieri più profondi di quelli che la situazione richiede. Invidio il tuo non farti domande e lasciarti convincere dalla cose solo perchè son così da troppo per chiedersi perchè son così, invidio il tuo abbracciare una religione a caso senza averla eviscerata fino in fondo con domande troppo profonde da trovare risposte in questa vita. Il tuo essere superficialmente attratto da tutto ciò che dia una risposta impulsiva più che nel tempo, il tuo riuscire a costruire una vita hic et nunc che giorno in giorno si dimostra più produttiva e vivibile della mia, mentre io mi piego al peso di questa. Invidio il tuo basso senso di communità, il tuo scarso rispetto di qualsiasi individuo non sia identificabile con "io" e le conseguenze di questi due dati di fatto. Invidio come tu riesca a buttarti tra le braccia di chiunque, libero o no, felice o no, bello o no, simpatico o no, brillante o no, chiunque purchè soddisfi il tuo patetico "adesso" che a lungo termine sarà distrutto dal mio "un giorno" o "domani", ma su un lungo termine che NESSUNO andrà mai a confrontare e da cui NESSUNO si sentirà mai dipendente. La vita è "adesso" e del mio "domani" non frega un cazzo a nessuno. Invidio, e forse son ripetitivo, la tua medio bassa etica e le tue scarse domande in merito, il tuo non chiederti nemmeno "è giusto?", ma farlo e basta.
A che cazzo serve poi avvelenarmici così. Può il farsi domande essere una condanna?
4- Verso di te provo una sana, insana, onesta e maledetta invidia. Ti invidio quando mi rendo conto che la metà delle cose a cui sto pensando io ogni secondo non ti turba minimamente, ti invidio quando vedo che il centro della tua vita sembra essere la foto figa di te stesso che stai mettendo su facebook, il raccontare quante-te-ne-sei-scopate, il fine settimana in discoteca da pavone pompato. Invidio il tuo semplicistico senso del "tutto è facile", il tuo lasciarti convincere da chiunque ti butti un'esca a cui abboccare e la nonchalant con cui riesci a fregartene di quanto sia stato tutto improduttivo senza neanche accorgertene. La stessa nonchalant con la quale lo scriverai sbagliando su qualsiasi social network senza prima, nonostante la convinzione di saperne esattamente sillaba per sillaba l'esatta composizione, buttarti su un dizionario per essere sicuro di non stare a scrivere una cazzata. Invidio la tua superficialità spontanea con la quale riesci a vivere ogni giorno senza vedere le cose che altri vedono, senza pensare le cose che altri pensano, senza porca puttana ritrovarti a fare pensieri più profondi di quelli che la situazione richiede. Invidio il tuo non farti domande e lasciarti convincere dalla cose solo perchè son così da troppo per chiedersi perchè son così, invidio il tuo abbracciare una religione a caso senza averla eviscerata fino in fondo con domande troppo profonde da trovare risposte in questa vita. Il tuo essere superficialmente attratto da tutto ciò che dia una risposta impulsiva più che nel tempo, il tuo riuscire a costruire una vita hic et nunc che giorno in giorno si dimostra più produttiva e vivibile della mia, mentre io mi piego al peso di questa. Invidio il tuo basso senso di communità, il tuo scarso rispetto di qualsiasi individuo non sia identificabile con "io" e le conseguenze di questi due dati di fatto. Invidio come tu riesca a buttarti tra le braccia di chiunque, libero o no, felice o no, bello o no, simpatico o no, brillante o no, chiunque purchè soddisfi il tuo patetico "adesso" che a lungo termine sarà distrutto dal mio "un giorno" o "domani", ma su un lungo termine che NESSUNO andrà mai a confrontare e da cui NESSUNO si sentirà mai dipendente. La vita è "adesso" e del mio "domani" non frega un cazzo a nessuno. Invidio, e forse son ripetitivo, la tua medio bassa etica e le tue scarse domande in merito, il tuo non chiederti nemmeno "è giusto?", ma farlo e basta.
A che cazzo serve poi avvelenarmici così. Può il farsi domande essere una condanna?
sabato 9 marzo 2013
Last night I had a Dream About You
Ho in mente un vecchio film demenziale, pellicola di dieci anni fa, arcinoto, di cui non mi va manco di fare il nome. Ricordo che lo guardai più di una volta, ridendo di cose stupide in un età dove ridere è gratis.
Mi viene alla mente quella frase: "io ho un sogno: avere un sogno".
Dieci anni fa faceva ridere. Giuro. Oggi no, è troppo attuale. Insensata, ma reale.
Contemporaneità malata.
Mi viene alla mente quella frase: "io ho un sogno: avere un sogno".
Dieci anni fa faceva ridere. Giuro. Oggi no, è troppo attuale. Insensata, ma reale.
Contemporaneità malata.
mercoledì 6 marzo 2013
giovedì 7 febbraio 2013
venerdì 25 gennaio 2013
Grounded
Come può il genere umano scendere così in basso? Come siamo arrivati a questo? Quando abbiamo perso il filo delle cose, o forse, quando mai lo abbiamo tenuto in mano?
Hiroshima, Nagasaki, Auschwitz...No, non solo... Una madre che abbandona un figlio, un padre che abbandona una famiglia, un amico che ne ferisce un altro, un uomo che ha scordato la comprensione, il rispetto, l'amore.
Questo mondo va salvato.
Hiroshima, Nagasaki, Auschwitz...No, non solo... Una madre che abbandona un figlio, un padre che abbandona una famiglia, un amico che ne ferisce un altro, un uomo che ha scordato la comprensione, il rispetto, l'amore.
Questo mondo va salvato.
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