sabato 5 febbraio 2011

Bicchieri

Ti vedo frantumata, in un istante, in pezzi, su un pavimento freddo. Se eri cristallo o plastica, ora non lo sa nessuno: ora sei cocci, in un mondo che spazio per i cocci non ne ha. Avevi cose da dire, avevi cose da dirmi, avevi cose da fare, da urlare, da credere, da illudertici, da far scomparire: sono un rimpianto freddo che, nel tuo meditare stanco, affidi a un pavimento sordo, che nulla sapeva e nulla sa di te. Brucia la speranza che qualcuno ti raccolga, brucia quel dolce ricordo di una mano calda che ti stringe, anche solo per usarti. Perchè questo cercavi, questo ancora cerchi: una mano calda. Troppe domande, troppi sguardi a cercare i motivi, le basi - le fondamenta - di qualcosa che le ha nascoste troppo nella terra... Ed ora che l'hai perso, ora che sei distante da quel calore, ricordi che forse andava bene così, sfacciatamente freddo, ma dannatamente caldo. Perchè questo cercavi, questo ancora cerchi: una mano calda, senza chiederti se sia lì per bere da te e poi lasciarti lì, o per riempirti ancora, ancora e ancora, finchè anche tu non sarai appagata dal sul calore. Sogna, sogna pure, bimba inesperta in un mondo bastardo: ora sei a pezzi, al freddo; nessuna mano ti raccoglierà perchè con te non ci può più bere, con te non può più dissetarsi: non può più usarti. Ora troverai la risposta a quelle domande che avevi, ora vedrai quelle fondamenta che cercavi, ora capirai se eri usata o amata, ora scoverai i segreti di quella mano calda, quando, con fare lento e distaccato, scoperà i tuoi pezzi per buttarli. Senza toccarti. Mai. Mai più.


(Thanks to Tallulah per l'ispirazione)

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